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domenica 19 luglio 2009

Tra timidezza e crudeltà

Vorrei essere uno stilnovista per lodare le tue doti, per tirar fuori quelle parole che davanti a te si immergono in quella assurda timidezza che lambisce il mio essere e annega la mia esistenza. Vorrei spogliarmi del mio orgoglio per ammettere che mi piace la tua crudeltà, che mi piace ascoltare quelle parole taglienti che vengono proposte come umorismo; ma lo sappiamo entrambi che svolazzano dalla tua bocca per nascondere quella dannata timidezza che miracolosamente ti fa smettere di parlare. Ti fa sprofondare in un dolce, imbarazzante silenzio, quando per qualche secondo ci ritroviamo soli. E provo a guardare i tuoi occhi che sembrano sempre che stiano per piangere. Essi però mi sfuggono, vanno altrove, alla ricerca di chissà chi, chissà che, chissà cosa, ma chissà perché sto scrivendo… E chissà per quale maledetto motivo ti farò leggere queste astratte parole… Te le farò leggere e me ne pentirò come l’alter ego di John Fante, che si strugge per una più crudele di te.

Francesco Favia

28-1-2006
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Ragazzi deliranti

Noi ragazzi deliranti,
dagli occhi sognanti,
nostalgici amanti,
che rimpiangiamo gli anni ottanta
su modernissimi portatili,
ladri di emozioni retrattili,
amiamo chi ci incanta
con sinceri sguardi disincantati
che cercano l’amore di uno sconosciuto,
non ci accontentiamo mai di quel che abbiamo avuto.

Guardiamo al futuro con tremenda incertezza,
ci facciamo accarezzare dal presente,
da questa brezza,
che indifferente,
ci scuce attimi preziosi,
un po’ gioiosi,
un po’ odiosi,
passano…
e il presente è gia passato.

Francesco Favia

13 maggio ’08 ore 1:00


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Che figo... e quanti capelli avevo!!!

Io con due compagne di scuola... Sarà stato il 2001. "CAAAAAAApeeeelli, CAAAAAAApeeeelli... sono andati via e non torneranno mai" Da "Fossi figo" di Elio e le storie e tese Ft Gianni Morandi

capodanno 2005 - Io e Frank

Io, sulla sinistra, insieme a Frank, sulla destra, un batterista brindisino. Non l'ho mai più rivisto da allora. Da notare com'ero sconvolto... dite che avevo bevuto troppo? Preso sostanze? Lascio ragionevoli dubbi...

Rivamarina, 3 luglio 2005


Sono troppo kiaviko!

sabato 10 maggio 2008, notte all'hotel nel quale lavora Davide

sabato 18 luglio 2009

Tramontando

Seppur relativamente giovane, mi deprimono gli anni che passano... Spero di abituarmi all'idea di invecchiare, ma alla fine... come mi sono rassegnato all'idea di non veder realizzati i miei sogni, mi rassegnerò all'idea di tramontare.

Francesco Favia

12 maggio ’08 ore 00:40


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Tempo infame

12 maggio ’08 ore 00:21

"troppi sono che in questa città ancora non hanno niente
e passano le giornate come gli autobus del centro
girano per le strade con il casino che c'hanno dentro"
Da "E viene sera" di Lorenzo Cherubbini alias Jovanotti

é vero la vita è incasinata come un mezzo di trasporto pubblico nelle ore di punta... e in più corre velocemente come un treno... Adesso avevo vent'anni, ora ne ho quasi venticinque... in un niente ne avrò trenta, trentadue, trentacinque... e mi sembra di non aver costruito niente nella vita. Sigh! :-(

Francesco Favia

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domenica 12 luglio 2009

Sonia

Il cielo si stava annuvolando,
Sonia, stanca, finito il turno,
stava rincasando.
Quel giorno gli toccò quello diurno,
e adesso si stava affrettando,
doveva comprare qualcosa,
per non andare a riposar a digiuno.

Fra non molte ore dovrà alzarsi,
il turno notturno questa volta dovrà fare,
ma prima di andare ad appisolarsi,
qualcosa di rigenerativo dovrà pur cucinare.

Sola, in quel piccolo appartamento, Sonia,
in silenzio, consumava la cena senza gioia.
Si alzò, sparecchiò e lavò i piatti,
poi affacciata alla finestra consumò una sigaretta senza rimpianti.

Era triste e sola,
in un giorno parlava poco,
forse, nemmeno un quarto d’ora.

In fabbrica si lavora a bocca chiusa,
mentre i rumori si susseguono alla rinfusa.
In quella casa il silenzio assordante la bombardava,
mentre per andare a letto si preparava.

Sotto le coperte i pensieri l’avvolgevano,
affitto, bollette e le otto ore la sconvolgevano,
alla vita normale non si era ancora abituata,
ma chi è contento di andar a lavorare per dar i soldi al padrone di casa?

Ora gli occhi si chiusero,
una lacrima le scese,
una stella cadente le accarezzava il viso,
poi la baciò e si addormentò con un sorriso.


Francesco Favia

domenica 11 maggio 2008 ore 23:18


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Parole

La miglior scelta delle parole, è quella dettata dall’anima. Non si scrive con la testa, ma con altre parti del corpo, da cui passano intensi sentimenti.

Francesco Favia

11 maggio 2008


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Attestato poetico

"premio" di un concorso di poesia a cui partecipai (premiazione svoltasi nel 4 marzo 2007)
Dudduzzo mi consegna spiritosamente il "premio"
tutti in posa con la sposa... ops... volevo dire il "premio"!
Al mio fianco Federica e Dudduzzo
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