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domenica 27 settembre 2009

Scuse agli amici

Questi versi son di scuse,
rivolti a due ragazze incluse,
in un principio di diverbio,
in cui purtroppo si son trovate in mezzo.
Loro non c’entrano niente,
ma hanno assistito
alla reazione di un impertinente,
che impaurito,
dopo aver colpito,
ha nascosto il dito.
A me è venuto istintivo rispondergli,
ma per evitar spiacevoli sviluppi,
me ne sono andato dopo aver salutato tutti.
Mi dispiace aver creato in loro agitazione,
ma posso assicurare che non fosse mia intenzione,
rispondere alla provocazione
di un emerito coglione.
E se gli amici si son sentiti abbandonati,
la prossima volta non passo nemmeno per un saluto,
per non esser mazziato, oltre che cornuto.
A me dispiace più che altro,
di averli lasciati in compagnia
di quello sfigato,
che dovrebbe coprirsi con uno scafandro
per evitar di esser notato.
Chiedo scusa anche ai ragazzi,
ma io voglio bene a tutti quanti,
e scusate se non mi so comportare con i pazzi,
ma con chi è schizzato,
ci vorrebbe la pazienza di due, tre santi.

Ed anche questo sabato mi son divertito,
perché a me, basto poco, basta qualche amico.
Per me un amico è gioia, è spensieratezza,
non sono come certa monnezza,
che vi usa
per trovar una musa,
che lo ispiri in qualche modo,
a far il maniaco come se fosse un gioco.
Io vi abbraccio tutti,
belli e brutti,
riposati e distrutti,
augurandoci mille nottate di divertimento,
assaporando ogni momento
come se fosse l’ultimo,
questo è certo.

Francesco Favia

domenica 25 maggio 2008 ore 3:15


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