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domenica 12 luglio 2009

Sonia

Il cielo si stava annuvolando,
Sonia, stanca, finito il turno,
stava rincasando.
Quel giorno gli toccò quello diurno,
e adesso si stava affrettando,
doveva comprare qualcosa,
per non andare a riposar a digiuno.

Fra non molte ore dovrà alzarsi,
il turno notturno questa volta dovrà fare,
ma prima di andare ad appisolarsi,
qualcosa di rigenerativo dovrà pur cucinare.

Sola, in quel piccolo appartamento, Sonia,
in silenzio, consumava la cena senza gioia.
Si alzò, sparecchiò e lavò i piatti,
poi affacciata alla finestra consumò una sigaretta senza rimpianti.

Era triste e sola,
in un giorno parlava poco,
forse, nemmeno un quarto d’ora.

In fabbrica si lavora a bocca chiusa,
mentre i rumori si susseguono alla rinfusa.
In quella casa il silenzio assordante la bombardava,
mentre per andare a letto si preparava.

Sotto le coperte i pensieri l’avvolgevano,
affitto, bollette e le otto ore la sconvolgevano,
alla vita normale non si era ancora abituata,
ma chi è contento di andar a lavorare per dar i soldi al padrone di casa?

Ora gli occhi si chiusero,
una lacrima le scese,
una stella cadente le accarezzava il viso,
poi la baciò e si addormentò con un sorriso.


Francesco Favia

domenica 11 maggio 2008 ore 23:18


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