Io non sono un genio
e non mi resta che esporre il mio dito medio
a voi docenti saccenti,
prudenti a non sembrar mai dementi.
E non chiamarmi deficiente,
perché il mio nervoso rovente
ti potrebbe scottare,
e non scappare,
cerca di affrontare la mia rabbia
che rinchiude in una gabbia
la mia vita tragica,
fatta di castelli in aria,
sognando un futuro migliore,
ma il mio presente ha uno strano odore,
peggiore della merda fresca,
e ho una fame animalesca,
che mi tormenta,
mentre l’anima mia si lamenta.
Tremenda,
la mia passione su questa terra.
Francesco Favia
13 maggio 2006
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