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giovedì 15 gennaio 2009

Isteria di una donna

Si stava sniffando una riga di cocaina sul tavolo della cucina. Erano le tre del pomeriggio. Si era alzato da una decina di minuti.
Era irrequieto. Era sempre con i nervi a fior di pelle. Il suo locale andava bene, ci venivano ogni sera un sacco di studentelli e pseudo-tali. Era tuttavia pieno di debiti. La droga… ma non solo.
Un trillo trafisse la già dolente testaccia di Fred. Uno, due, tre squilli, poi si decise ad impugnare la cornetta ed a rispondere con la sua voce roca: “Pronto, chi è?”
“Ehi Fred!” una voce femminile.
“Lara… che caspita c’è?!”
“Non mi parlare con quel tono!” starnazzò la donna.
“Ok. Non ti parlo proprio.” Proferì, prima di riattaccare.
Si alzò. Guardò nel frigo. Lo chiuse. Voleva mangiare qualcosa, ma aveva lo stomaco chiuso.
Si indirizzò verso il cesso. Dopo una bella cacata, si spogliò e si rilassò sotto il caldo getto della doccia.
Si sentì un po’ rinvigorito, ma il mal di testa non ne voleva sapere di andarsi a fare un giro altrove.
Nella sua vestaglia di seta, girovagava per la casa. Doveva andare a fare la spesa per il suo pub: doveva fare rifornimento di pane, pomodori, stuzzichini vari, ma soprattutto di birre. La pigrizia e il mal di testa, però lo portarono verso il divano, in salotto.
Restò qualche minuto così, nel silenzio prodotto dall’appartamento. Teneva gli occhi chiusi e il capo poggiato indietro sulla spalliera del divano.
Si alzò, si allontanò e ritornò dov’era dopo qualche altro minuto. Si preparò uno spino. Iniziò a fumarselo mentre si tagliava qualche riga con una Visa.
Appena alzò la testa, suonarono alla porta. Ripulendosi il naso alla meglio con una mano, andò ad aprire.
“Tu non mi chiudi il telefono in faccia!!!” Entrò furente Lara.
“Che fine hai fatto!?” urlava la biondina “Non ti fai vivo da quattro giorni! Mi sono stancata di venire al locale la sera per non essere considerata nemmeno un istante! Tu la devi finire!”
Fred rimaneva in silenzio. Non l’ascoltava nemmeno. Si stava finendo tranquillamente di fumare la canna. Ogni tanto si limitava a pensare a quanto gli dolesse la testa.
“Con quante troiette sei andato a letto questa settimana!?? Eh!?? Rispondi!? Puttaniere!! Sei solo un puttaniere!!! Puoi solo pagare per scopare! Sei una merda!!!”
Ad un certo punto sembrò essersi calmata. Gli diede le spalle. A braccia conserte, continuò con tono sommesso a dirgli i morti e dargli del bastardo, coglione, figlio di una mercenaria.
Iniziò a piangere. Prima in silenzio, poi singhiozzando. A Fred non sono mai piaciuti i piagnistei. Preferiva di gran lunga le urla ai piagnucolii. Per non sentirla, gettò sul pavimento il mozzicone di spino, l' afferrò con fermezza, la girò e la baciò. La sbatté al muro, le alzò la gonna e dopo averle sfilato le mutandine se la scopò stringendole per tutto il tempo una coscia. Ritornò ad urlare, ma per altre ragioni.
Voleva solamente essere scopata, adesso era calma.
Fred si vestì e accompagnato da Lara, andò all’ipermercato.


Francesco Favia


lunedì 17 marzo 2008 ore 22:20


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