Quel che scrive è il mio ectoplasma,
che irrefrenabilmente devasta,
sputando una catasta
di parole che creano quella sostanza
che quasi ti uccide come un’asma.
Prosciugato, senza vita,
affronto questa salita,
che pian piano mi affatica,
e questo inasprimento
giova al mio tormento,
unguento
d’argento,
in questa morte senza tempo.
Francesco Favia
lunedì 19 maggio 2008 ore 2:20
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lunedì 10 agosto 2009
Morte perpetua
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