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lunedì 15 giugno 2009

Blasfemo

La mattina non tanto volentieri mi alzo,

dal letto non balzo,

non ringrazio di essere ancora vivo.

Non sorrido, non vivo, ma sopravvivo

in questo mondo recidivo

nel suo male.

Mondo immondo

su di te barcollo,

dopo un ubriaco girotondo,

ecco che alla fine cado e mollo.

Libero, ma povero in canna,

aspetto dal cielo una manna.

Oh mamma!

Sarebbe meglio se tornassi a nanna

Ah! Vorrei tanto aggrapparmi ad un razzo.

Volare via nello spazio,

galleggiare nell’infinito

e abbandonare il mio spirito indefinito,

privo di libero arbitrio.

Se dico che mi ammazzo,

la gente mi prenderà per pazzo.

Cazzo! Prova tu a vivere con questo andazzo.

Prova a viver al posto mio,

nel mio oblio,

resistere a modo mio.

Oddio! Ti sembro blasfemo,

ma io oggi tremo

e a lassù non credo.

Credo solo a ciò che vedo

E non chiamarmi Tommaso,

perché dal dolore sono invaso.

Sono pervaso dal mio malessere

che credi che sia

un frutto della mia fantasia,

però, intanto, io non ho più un essere.

Non ho un’essenza,

e non è dovuto ciò alla mia miscredenza,

perciò non guardarmi storto.

Vorrei solo approdare in un porto

dove lasciare la mia inquietudine,

quella cattiva abitudine,

di sfidare la sorte

desiderando la morte.


Francesco Favia

20 dicembre ’05


http://ciscofavia.blogspot.com/

www.nonsolocronache.com


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