Prima scena
Tino e Cisco camminano.
Tino:
“Perché te ne sei andato ieri?”
Cisco:
“Mi stavo scocciando.”
Tino:
“Ma tu ti scocci sempre.”
Cisco annuisce.
Tino:
“Ieri poi dopo il concerto siamo andati a casa di Giorgia. Era pieno di femmine! Alle tre sono tornato a casa!” (mima tre con la mano)
Cisco:
“E’ sempre così: ogni volta che te ne vai, succede qualcosa di divertente.”
Tino:
(sarcastico)“Secondo me, non ti saresti divertito nemmeno lì. Tu non ti diverti mai!”
Cisco:
“Già. Eppure sai perché non mi uccido?”
Tino (sarcastico, scocciato, come se avesse sentito quelle parole un milione di volte): “Si, perché non hai coraggio, perché come ci vuole coraggio per continuare a vivere e affrontare i problemi e le responsabilità, ci vuole altrettanto coraggio per togliersi la vità… Si vabbè dici sempre le stesse cose! E che palle!!!!”
Cisco:
“Oltre a questo, adesso credo anche che non mi uccido per vedere come andrà a finire, se c’è un limite alla mia tragica esistenza.”
Tino:
(sarcasticamente): “Quanto sei poeta maledetto… Sei davvero grande… Posso toccarti? Ma vaffangul va’!”
Cisco:
“Non ti avevo dato il consenso…”
Tino:
“Uaglio’ riprenditi ché sei giovane…”
Cisco:
“E tu accelera il passo che stiamo facendo tardi a lezione…”
Tino:
(stropicciandosi gli occhi): “Mado’ ho un sonno…”
Seconda scena
Sabato pomeriggio. Cisco in camera sua, ha risposto al telefonino che squilla.
Cisco:
“Ah va be’ non ti preoccupare.” Chiude. Sommessamente, tra sé: “Questo coglione mi scassa le palle una settimana prima per uscire il sabato sera e adesso mi dice che deve andare ad una festa.”
Terza scena
Sabato sera. Cisco è alla guida. Al suo fianco Tino.
Tino:
“Mè, E Andrea?Non doveva venire pure lui?”
Cisco:
“E’ andato alla festa di Fabio.”
Tino:
“Di Fabio? Ma se fino all’altra sera ci stava dicendo che è un coglione, che gli stavano sul cazzo, lui e gli amici suoi!”
Cisco:
“Lo sai com’è la gente…”
Tino:
(“tra il sarcastico ed il serio)“Lo so… Ti frequenta per non rimanere sola; si fanno sentire quando hanno bisogno di qualcosa… Che palle però!”
Cisco:
“Già. Fai lo squillo a Carlo.”
Cisco accosta sotto casa di Carlo. Carlo entra in macchina.
Carlo:
“Dove si va?”
Cisco:
“Adesso a prendere Beppe… Nel frattempo pensate un posto...”
Tino:
(ridendo)”Di già? E mica è mezzanotte?”
Cisco:
“Allora se lo sapete, invece di prendere per il culo, pensate ad un posto.”
Carlo:
“Mè simpatia, andiamo:.”
Entra in macchina anche Beppe. Saluti vari.
Cisco:
“Allora dove si va?” (tono scocciato) “Ma non posso ogni volta girare a vuoto…”
Beppe:
“Magari se abbassi quel cazzo di stereo!”
Cisco:
“Ma vaffanculo!”
Carlo:
“Abbassa, ho le casse nell’orecchio!”
Cisco:
“La macchina è mia e faccio quel cazzo che mi pare!”
Tino:
“Si, ma che musica di merda…”
Tino abbassa perché gli squilla il cellulare. Risponde.
Tino:
“Si… Ehilà! Carissimo…” (Rivolgendisi agli altri in macchina dice : “E’ Marco. Stanno andando al Tantartero.”
Tino osserva le facce degli amici.
Cisco e gli altri hanno espressioni tra l’indifferente e lo spirito suicida. (Un primo piano ciascuno)
Tino:
“Marco magari ci vediamo più tardi. Ci vediamo in piazzetta sul tardi, se volete ci vediamo lì dopo, Ok? Ok. Ok. Cia’.”
Cisco:
“Oh se volevi andare a ballare … potevi andarci…”
Tino tace snervato (fissa fuori – finestrino).
Cisco si ferma bruscamente davanti ad un locale, in doppia fila.
Cisco:
“Sono stufo di guidare… Va bene ‘sto posto.”
Gli altri:
“Bah… boh…”
Cisco:
“Avast! vado a trovare parcheggio.”
Nella monotonia delle loro noiose vite irrompe bruscamente una giovane donna urlante, Liliana, di origini lucane, bionda, vestita da sera.
Liliana:
“PARTI! PRESTO!”
Cisco d’istinto, quasi senza volerlo, sgomma.
Tutti attoniti tranne la tipa.
Liliana:
“Grazie ragazzi, mi avete salvato da una brutta situazione.”
Beppe:
“Che ti è successo?”
Tino:
Ma soprattutto…chi sei?”
Liliana:
(concitata, non ascolta l’ultima domanda)“Praticamente sono uscita con uno stasera. L’ho conosciuto a dei corsi di ballo latinoamericano. Sembrava simpatico e gentile. Stasera siamo usciti insieme per la prima volta. Avrei dovuto conoscerlo un po’ meglio prima di accettare il suo invito.”
Carlo:
“Perché che ha fatto?”
Liliana:
“Ha iniziato prima a fare il cretino, a fare battutine… Oh se ci penso, quel porco! Poi ha iniziato a palparmi… Alla fine gli ho dato un ceffone a quel maiale! Sono scappata, sono uscita dal locale… Poi non so… come per paura di essere inseguita sono saltata nella vostra macchina.
Cisco:
“Beh ora sei al sicuro. Se mi dici dove abiti, la smetto di vagare e ti accompagno a casa.”
Tino:
“Oppure puoi unirti a noi, stavamo andando a mangiare qualcosa.”
Beppe:
“Non sentirlo. Forse vorrai andare a dormire e dimenticare questa serata…”
Liliana:
“Beh in realtà avrei un po’ di fame e non ho proprio voglia di prepararmi qualcosa a casa!”
Cisco:
Allora siamo d’accordo: andiamo a ingozzarci!”
Quarta scena
Al tavolo di un pub, tra panini e birre.
Cisco:
“….noi odiamo i balli, soprattutto i latinoamericani.”
Liliana:
“Ah da stasera anch’io, sicuramente! Anzi in realtà non mi hanno mai attratto più di tanto.”
Carlo:
“E perché stavi andando a lezione di latinoamericano?”
Pòmpinar, quasi imbronciata, malinconica.
Liliana:
“La verità… La verità è che mi sentivo sola e voleva conoscere gente.”
Cisco:
“Tranquilla… qua sei nella patria della solitudine. Tutti si sentono soli. Molti per paura di sentirsi soli, coltivano decine e decine di conoscenze superficiali.. Che poi, io mi chiedo come facciano... Io mi scoccio a dar retta alla gente! Mi domando come mai ti senta sola.”
Liliana:
“Beh vengo da un paesino della Basilicata abitato per lo più da anziani. Sei mesi fa mi sono trasferita a Bari perché ho trovato finalmente lavoro.”
Beppe:
“E che fai?”
Liliana:
“Sono una maestra d’asilo. E capirai, passo tutto il giorno tra bambini e suore. È una scuola materna gestita da suore. E voi che fate?”
Tino:
(indicando Carlo) “Abbiamo un futuro ingegnere “
Cisco:
“…che ci manterrà…”
Beppe:
“Si, sarà un ingegnere miliardario…”
Cisco:
“…che si occuperà degli appalti comprati dalla mafia…”
Tino:
“E noi vivremo alle sue spalle…”
E Carlo con sorriso di circostanza: “ Si.. si… come no…”
Ridono tutti.
Tino:
“Poi abbiamo un futuro giornalista, un futuro avvocato…”
Beppe:
“E un futuro fancazzista che sarà lui…” (Indicando Tino)
Liliana:
“Quindi siete studenti…?”
Cisco:
“Già…”
Tino:
(ironico, rivolto a Liliana)“Perspicace…”
Liliana:
“Io mio sono laureata in Pedagogia due anni fa.”
Beppe:
“Non sei rimasto in contatto con qualcuno dell’università?”
Liliana:
“Non ho fatto amicizia con nessuno, perché non seguivo le lezioni. Prendevo il treno solo per venire a dare gli esami. Fare la pendolare sarebbe stato impossibile e la vita da fuori sede è troppo cara. Scusate un attimo ragazzi.”
Liliana si alza e va al bagno.
Tino:
“Hai sentito? Non ha amici. Così bella, intelligente e simpatica e non ha amici. Esce con uno e si rivela il mostro di benigni! Avrà passato tutta l’infanzia e l’adolescenza da sola. Avrà frequentato la scuola elementare, media e superiore nel culo del mondo e avrà passato tutto il tempo a studiare, da sola, e mò sta qua, e come?da sola!”
Carlo:
“E’ un eroe, anzi una eroina.”
Tino:
“See, la cocain a te..Una sopravvissuta piuttosto. Una vera e propria sopravvissuta.”
Cisco:
“Una sopravvissuta? Non siamo mica nel ’68… ma come cazzo parli…”
Beppe:
“Oh ma mettete che questa ci ha raccontato un sacco di balle?”
Cisco:
“Tino, e se questa è una psicopatica? Chi cazzo la conosce? Non sappiamo nemmeno come si chiama. Questa parla, parla e parla e non si è nemmeno presentata!”
Tino:
“E’ comunque un bel pezzo di psicopatica. E poi a me sembra tranquillissima, la trovo molto simpatica..”
Beppe:
“Tino, credi ancora alle favole..che cazzo ne sai in fine dei conti..”
Cisco:
“Ha ragione Beppe …”
Tino:
“Basta che non ci uccide!”
Cisco:
“Ma sempre il coglione devi fare!”
Tino:
“Ma fatti i cazzi tuoi un po’! Continua a fare il depresso là!
Beppe:
“Bello, calmino eh..se stai nervoso perché volevi andare a ballare vacci e non rompere le palle!”
Tino:
“Siete voi che siete dei vecchi del cazzo. Ma andate a cagare!”
Carlo:
“Ma vacci tu pezzo di merda….aspetta che sta arrivando...taci un po’!”
Liliana:
“Ehi… vi sono mancata? C’era la fila al bagno… e mi sono resa conto che non mi sono neanche presentata… anche se praticamente vi ho detto quasi tutto di me…”
Cisco:
“Tutto tranne il nome…”
Intanto Tino continua a gridare e ad alzare la voce.
Tino:
(Rivolto a Carlo)”Taci?ma vaffanculo un po!Chi cazzo ti credi di essere?”
Carlo:
“Ma chi cazzo credi di essere tu?vai a fare il simpatico da un'altra parte..anzi rivai a cagare..”
Liliana:
“Io mi chiamo Liliana. Ho venticinque anni e sono una maestra d’asilo…ma c’è qualcosa che non va?
Cisco:
“qua è ordinaria amministrazione”
Tino:
(rivolto a cisco)”Ordinaria il cazzo! Lilly devi sapere che questo bel tenebroso e queste due bellezze sono delle teste di cazzo!”
Cisco:
(minaccioso)“Eh?Non ho capito..”
Cisco e Tino si alzano per affrontarsi, stanno per venire alle mani mentre Carlo e Beppe continuano a gridare ignorando completamente la povera Liliana.
Primo piano di Liliana, il suo sguardo triste ha la meglio sulle urla e sul frastuono dei ragazzi.
FINE
SALUTI A CASA… E
BACETTI AI BAMBINI.
Francesco Favia & Antonio Induddi
2 dicembre 2005
http://ciscofavia.blogspot.com/
www.nonsolocronache.com
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