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giovedì 4 giugno 2009

Un solitario sabato italiano in compagnia


Prima scena

Tino e Cisco camminano.

Tino:

“Perché te ne sei andato ieri?”

Cisco:

“Mi stavo scocciando.”

Tino:

“Ma tu ti scocci sempre.”

Cisco annuisce.

Tino:

“Ieri poi dopo il concerto siamo andati a casa di Giorgia. Era pieno di femmine! Alle tre sono tornato a casa!” (mima tre con la mano)

Cisco:

“E’ sempre così: ogni volta che te ne vai, succede qualcosa di divertente.”

Tino:

(sarcastico)“Secondo me, non ti saresti divertito nemmeno lì. Tu non ti diverti mai!”

Cisco:

“Già. Eppure sai perché non mi uccido?”

Tino (sarcastico, scocciato, come se avesse sentito quelle parole un milione di volte): “Si, perché non hai coraggio, perché come ci vuole coraggio per continuare a vivere e affrontare i problemi e le responsabilità, ci vuole altrettanto coraggio per togliersi la vità… Si vabbè dici sempre le stesse cose! E che palle!!!!”

Cisco:

“Oltre a questo, adesso credo anche che non mi uccido per vedere come andrà a finire, se c’è un limite alla mia tragica esistenza.”

Tino:

(sarcasticamente): “Quanto sei poeta maledetto… Sei davvero grande… Posso toccarti? Ma vaffangul va’!”

Cisco:

“Non ti avevo dato il consenso…”

Tino:

“Uaglio’ riprenditi ché sei giovane…”

Cisco:

“E tu accelera il passo che stiamo facendo tardi a lezione…”

Tino:

(stropicciandosi gli occhi): “Mado’ ho un sonno…”

Seconda scena

Sabato pomeriggio. Cisco in camera sua, ha risposto al telefonino che squilla.

Cisco:

“Ah va be’ non ti preoccupare.” Chiude. Sommessamente, tra sé: “Questo coglione mi scassa le palle una settimana prima per uscire il sabato sera e adesso mi dice che deve andare ad una festa.”

Terza scena

Sabato sera. Cisco è alla guida. Al suo fianco Tino.

Tino:

“Mè, E Andrea?Non doveva venire pure lui?”

Cisco:

“E’ andato alla festa di Fabio.”

Tino:

“Di Fabio? Ma se fino all’altra sera ci stava dicendo che è un coglione, che gli stavano sul cazzo, lui e gli amici suoi!”

Cisco:

“Lo sai com’è la gente…”

Tino:

(“tra il sarcastico ed il serio)“Lo so… Ti frequenta per non rimanere sola; si fanno sentire quando hanno bisogno di qualcosa… Che palle però!”

Cisco:

“Già. Fai lo squillo a Carlo.”

Cisco accosta sotto casa di Carlo. Carlo entra in macchina.

Carlo:

“Dove si va?”

Cisco:

“Adesso a prendere Beppe… Nel frattempo pensate un posto...”

Tino:

(ridendo)”Di già? E mica è mezzanotte?”

Cisco:

“Allora se lo sapete, invece di prendere per il culo, pensate ad un posto.”

Carlo:

“Mè simpatia, andiamo:.”

Entra in macchina anche Beppe. Saluti vari.

Cisco:

“Allora dove si va?” (tono scocciato) “Ma non posso ogni volta girare a vuoto…”

Beppe:

“Magari se abbassi quel cazzo di stereo!”

Cisco:

“Ma vaffanculo!”

Carlo:

“Abbassa, ho le casse nell’orecchio!”

Cisco:

“La macchina è mia e faccio quel cazzo che mi pare!”

Tino:

“Si, ma che musica di merda…”

Tino abbassa perché gli squilla il cellulare. Risponde.

Tino:

“Si… Ehilà! Carissimo…” (Rivolgendisi agli altri in macchina dice : “E’ Marco. Stanno andando al Tantartero.”

Tino osserva le facce degli amici.

Cisco e gli altri hanno espressioni tra l’indifferente e lo spirito suicida. (Un primo piano ciascuno)

Tino:

“Marco magari ci vediamo più tardi. Ci vediamo in piazzetta sul tardi, se volete ci vediamo lì dopo, Ok? Ok. Ok. Cia’.”

Cisco:

“Oh se volevi andare a ballare … potevi andarci…”

Tino tace snervato (fissa fuori – finestrino).

Cisco si ferma bruscamente davanti ad un locale, in doppia fila.

Cisco:

“Sono stufo di guidare… Va bene ‘sto posto.”

Gli altri:

“Bah… boh…”

Cisco:

“Avast! vado a trovare parcheggio.”

Nella monotonia delle loro noiose vite irrompe bruscamente una giovane donna urlante, Liliana, di origini lucane, bionda, vestita da sera.

Liliana:

“PARTI! PRESTO!”

Cisco d’istinto, quasi senza volerlo, sgomma.

Tutti attoniti tranne la tipa.

Liliana:

“Grazie ragazzi, mi avete salvato da una brutta situazione.”

Beppe:

“Che ti è successo?”

Tino:

Ma soprattutto…chi sei?”

Liliana:

(concitata, non ascolta l’ultima domanda)“Praticamente sono uscita con uno stasera. L’ho conosciuto a dei corsi di ballo latinoamericano. Sembrava simpatico e gentile. Stasera siamo usciti insieme per la prima volta. Avrei dovuto conoscerlo un po’ meglio prima di accettare il suo invito.”

Carlo:

“Perché che ha fatto?”

Liliana:

“Ha iniziato prima a fare il cretino, a fare battutine… Oh se ci penso, quel porco! Poi ha iniziato a palparmi… Alla fine gli ho dato un ceffone a quel maiale! Sono scappata, sono uscita dal locale… Poi non so… come per paura di essere inseguita sono saltata nella vostra macchina.

Cisco:

“Beh ora sei al sicuro. Se mi dici dove abiti, la smetto di vagare e ti accompagno a casa.”

Tino:

“Oppure puoi unirti a noi, stavamo andando a mangiare qualcosa.”

Beppe:

“Non sentirlo. Forse vorrai andare a dormire e dimenticare questa serata…”

Liliana:

“Beh in realtà avrei un po’ di fame e non ho proprio voglia di prepararmi qualcosa a casa!”

Cisco:

Allora siamo d’accordo: andiamo a ingozzarci!”

Quarta scena

Al tavolo di un pub, tra panini e birre.

Cisco:

“….noi odiamo i balli, soprattutto i latinoamericani.”

Liliana:

“Ah da stasera anch’io, sicuramente! Anzi in realtà non mi hanno mai attratto più di tanto.”

Carlo:

“E perché stavi andando a lezione di latinoamericano?”

Pòmpinar, quasi imbronciata, malinconica.

Liliana:

“La verità… La verità è che mi sentivo sola e voleva conoscere gente.”

Cisco:

“Tranquilla… qua sei nella patria della solitudine. Tutti si sentono soli. Molti per paura di sentirsi soli, coltivano decine e decine di conoscenze superficiali.. Che poi, io mi chiedo come facciano... Io mi scoccio a dar retta alla gente! Mi domando come mai ti senta sola.”

Liliana:

“Beh vengo da un paesino della Basilicata abitato per lo più da anziani. Sei mesi fa mi sono trasferita a Bari perché ho trovato finalmente lavoro.”

Beppe:

“E che fai?”

Liliana:

“Sono una maestra d’asilo. E capirai, passo tutto il giorno tra bambini e suore. È una scuola materna gestita da suore. E voi che fate?”

Tino:

(indicando Carlo) “Abbiamo un futuro ingegnere “

Cisco:

“…che ci manterrà…”

Beppe:

“Si, sarà un ingegnere miliardario…”

Cisco:

“…che si occuperà degli appalti comprati dalla mafia…”

Tino:

“E noi vivremo alle sue spalle…”

E Carlo con sorriso di circostanza: “ Si.. si… come no…”

Ridono tutti.

Tino:

“Poi abbiamo un futuro giornalista, un futuro avvocato…”

Beppe:

“E un futuro fancazzista che sarà lui…” (Indicando Tino)

Liliana:

“Quindi siete studenti…?”

Cisco:

“Già…”

Tino:

(ironico, rivolto a Liliana)“Perspicace…”

Liliana:

“Io mio sono laureata in Pedagogia due anni fa.”

Beppe:

“Non sei rimasto in contatto con qualcuno dell’università?”

Liliana:

“Non ho fatto amicizia con nessuno, perché non seguivo le lezioni. Prendevo il treno solo per venire a dare gli esami. Fare la pendolare sarebbe stato impossibile e la vita da fuori sede è troppo cara. Scusate un attimo ragazzi.”

Liliana si alza e va al bagno.

Tino:

“Hai sentito? Non ha amici. Così bella, intelligente e simpatica e non ha amici. Esce con uno e si rivela il mostro di benigni! Avrà passato tutta l’infanzia e l’adolescenza da sola. Avrà frequentato la scuola elementare, media e superiore nel culo del mondo e avrà passato tutto il tempo a studiare, da sola, e mò sta qua, e come?da sola!”

Carlo:

“E’ un eroe, anzi una eroina.”

Tino:

“See, la cocain a te..Una sopravvissuta piuttosto. Una vera e propria sopravvissuta.”

Cisco:

“Una sopravvissuta? Non siamo mica nel ’68… ma come cazzo parli…”

Beppe:

“Oh ma mettete che questa ci ha raccontato un sacco di balle?”

Cisco:

“Tino, e se questa è una psicopatica? Chi cazzo la conosce? Non sappiamo nemmeno come si chiama. Questa parla, parla e parla e non si è nemmeno presentata!”

Tino:

“E’ comunque un bel pezzo di psicopatica. E poi a me sembra tranquillissima, la trovo molto simpatica..”

Beppe:

“Tino, credi ancora alle favole..che cazzo ne sai in fine dei conti..”

Cisco:

“Ha ragione Beppe …”

Tino:

“Basta che non ci uccide!”

Cisco:

“Ma sempre il coglione devi fare!”

Tino:

“Ma fatti i cazzi tuoi un po’! Continua a fare il depresso là!

Beppe:

“Bello, calmino eh..se stai nervoso perché volevi andare a ballare vacci e non rompere le palle!”

Tino:

“Siete voi che siete dei vecchi del cazzo. Ma andate a cagare!”

Carlo:

“Ma vacci tu pezzo di merda….aspetta che sta arrivando...taci un po’!”

Liliana:

“Ehi… vi sono mancata? C’era la fila al bagno… e mi sono resa conto che non mi sono neanche presentata… anche se praticamente vi ho detto quasi tutto di me…”

Cisco:

“Tutto tranne il nome…”

Intanto Tino continua a gridare e ad alzare la voce.

Tino:

(Rivolto a Carlo)”Taci?ma vaffanculo un po!Chi cazzo ti credi di essere?”

Carlo:

“Ma chi cazzo credi di essere tu?vai a fare il simpatico da un'altra parte..anzi rivai a cagare..”

Liliana:

“Io mi chiamo Liliana. Ho venticinque anni e sono una maestra d’asilo…ma c’è qualcosa che non va?

Cisco:

“qua è ordinaria amministrazione”

Tino:

(rivolto a cisco)”Ordinaria il cazzo! Lilly devi sapere che questo bel tenebroso e queste due bellezze sono delle teste di cazzo!”

Cisco:

(minaccioso)“Eh?Non ho capito..”

Cisco e Tino si alzano per affrontarsi, stanno per venire alle mani mentre Carlo e Beppe continuano a gridare ignorando completamente la povera Liliana.

Primo piano di Liliana, il suo sguardo triste ha la meglio sulle urla e sul frastuono dei ragazzi.

FINE

SALUTI A CASA… E

BACETTI AI BAMBINI.

Francesco Favia & Antonio Induddi


2 dicembre 2005


http://ciscofavia.blogspot.com/

www.nonsolocronache.com

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